Home Page - Sito Ufficiale Parrocchia San Nicola Torelli di Mercogliano

Parrocchia San Nicola di BariTorelli di MercoglianoDiocesi di Avellino

Parrocchia San Nicola di Bari Torelli di Mercogliano Diocesi di Avellino
Parrocchia San Nicola di Bari Torelli di Mercogliano Diocesi di Avellino
Parrocchia San Nicola di Bari
Torelli di Mercogliano
Diocesi di Avellino
Parrocchia San Nicola di Bari
Torelli di Mercogliano
Diocesi di Avellino
Vai ai contenuti
Carissimi amici benvenuti, il sito vuole essere un’occasione di conoscenza della vita e delle attività della nostra Parrocchia che è situata a Torelli, una frazione del Comune di Mercogliano situato in Provincia di Avellino. Vorremmo anche essere nel nostro piccolo, una finestra aperta sul mondo e contribuire a far conoscere qualcosa del nostro paese che come tutte le realtà della nostra Campania vive certo situazioni difficili, ma è anche ricca di umanità e notevoli potenzialità. Speriamo di poter con questo mezzo contribuire alla reciproca conoscenza ed alla diffusione del Vangelo che è la nostra prima speranza.
Il Parroco
Don Modestino Limone
INFORMAZIONI
BOX FOTO
Notiziario e avvisi
AGENDA PARROCCHIALE DELLA SETTIMANA

BOX AZIONE CATTOLICA
Seguici su
16 GIUGNO 2024 -XI DOMENICA TEMPO ORDINARIO- ANNO B
I due brani di Ezechiele e di Marco sono tra loro strettamente legati sia per le immagini che adoperano (quella della crescita, della pianta e del seme) come per il tema dottrinale: crescita­colosa del regno di Dio e sua estensione senza limiti. Per comprendere la parabola del seme che cresce nascostamente dobbiamo riportarci al tempo di nostro Signore. Allora la tecnica moderna di incrementare la crescita e la produzione attraverso mezzi chimici e meccanici era del tutto sconosciuta. Quasi tutto era lasciato alla fertilità del suolo, il quale spontaneamente faceva crescere la pianticella e il frutto. È interessante notare che, dei quattro versetti che compongono la parabola, tre sono spesi per descrivere il processo misterioso della crescita: il seme cresce e si sviluppa senza che l'uomo intervenga in qualsiasi maniera. Che dorma o che vegli, il risultato rimane invariato. Se da un punto di vista teologico le due letture sottolineano la libera e pienamente gratuita iniziativa di Dio nell'avvento del suo Regno, sul piano operativo esse richiamano il cristiano ad alcuni atteggiamenti fondamentali del suo agire. È innegabile che nel recente passato c'è stata in molti una tendenza ad interpretare queste parabole di Gesù in una chiave un po' trionfalistica o per lo meno apologetica, nei confronti della Chiesa, identificabile col Regno di Dio, e della quale si sottolineavano gli aspetti quantitativi e geografici, più che quelli qualitativi e profondi. Vengono colpiti qui, oltre che la mentalità trionfalistica, anche un certo efficientismo che si basa sull'organizzazione, sulle opere, sulle istituzioni e sui programmi, più che sull'ascolto della parola di Dio, sul confronto con il Vangelo, sulla fiducia in Dio, sulla umiltà e sulla preghiera... Viene colpita una certa immagine di Chiesa in cui prevalgono le statistiche, i registri, le cerimonie.
Devozione del mese di giugno
La Grande Promessa fatta da Gesù a Santa Margherita Maria Alacoque nel 1620 diede inizio alla devozione dal Sacro Cuore di Gesù, che vede giugno come il suo mese di riferimento. Gesù avrebbe detto alla Santa: Il mio divino Cuore è così appassionato d’amore per gli uomini, che non potendo più racchiudere in sé le fiamme della sua ardente carità, bisogna che le spanda. Io ti ho scelta per adempiere a questo grande disegno.La devozione al Sacro Cuore di Gesù si rivolge dunque a Gesù misericordioso, proteso verso gli uomini, disposto a perdonare i loro peccati, le loro debolezze. La devozione al Sacro Cuore di Gesù protegge dal male e purifica il cuore di ogni peccatore. Litanie e preghiere celebrano questa devozione, oltre all'osservanza delle tre regole imposte da Gesù alla Santa con la Grande Promessa:
  1. Accostarsi alla Comunione in grazia di Dio: Se si è in peccato mortale, è necessaria la confessione.
  2. La devozione va protratta per nove mesi consecutivi. Per chi tralascia anche una sola comunione, deve ricominciare da capo.
  3. La pia pratica si può iniziare al primo venerdì di un mese qualsiasi.
Il Sacro Cuore di Gesù garantisce che nessuno di coloro che hanno fatto bene i Nove Primi Venerdì morrà in peccato mortale.
Periodo dell'anno liturgico
TEMPO ORDINARIO (2^ PARTE)
Il Tempo "Ordinario" comprende 34 o 33 settimane. Comincia il lunedì dopo la domenica che segue il 6 gennaio, e si protrae fino all'inizio della Quaresima; riprende poi il lunedì dopo la domenica di Pentecoste e termina il sabato che precede la prima domenica di Avvento. È il tempo più lungo dell'anno liturgico dedicato al "cammino" della Chiesa nella quotidianità della vita. Con la Chiesa e alla sua scuola, il cristiano si lascia condurre dalla parola di Dio per dare un significato profondo alle realtà ordinarie del lavoro, della famiglia, dell'impegno sociale. Sostenuto dallo Spirito Santo, conformerà la sua vita a quella di Cristo; con lui si consegnerà al Padre giorno per giorno fino all'approdo nel regno dei cieli dove Gesù ci ha preceduti e ci invita al banchetto delle sue nozze. Ma per realizzare tutto questo ci vuole perseveranza, santità di vita e il non aver mai perso di vista la meta definitiva. Lo Spirito sostiene, verifica e incoraggia. In questo quadro d'ordinaria amministrazione e sempre vigile attenzione per non smarrire la meta definitiva e vera, la Chiesa vive le tappe e le situazioni vissute da Gesù condotta per mano dai percorsi dei Vangeli sinottici di Marco (prima scoperta di Gesù, anno B), Matteo (il cammino del discepolato, anno A) e Luca (l'annuncio degli evangelizzatori, anno C).
Il vangelo dell'anno liturgico -ciclo B-
IL VANGELO SECONDO MARCO
Siamo nell'anno liturgico B e il Vangelo di riferimento è quello secondo Marco. E' il Vangelo più antico ed era destinato ai cristiani di Roma convertiti dal paganesimo, perseguitati per la loro fede Quello di Marco è il primo Vangelo fissato nello scritto. Gli evangelisti Matteo e Luca ampliano quanto egli narra brevemente (come il “racconto delle tentazioni”) e aggiungono ciò che egli omette (come i “racconti dell’infanzia di Gesù”). Il Vangelo secondo Marco si divide in due sezioni, che hanno il loro punto di arrivo e di partenza nella professione di fede di Pietro in Gesù: «Tu sei il Cristo!» (Mc 8,29). La prima sezione (capitoli 1,1 – 8,29) presenta i molti miracoli compiuti da Gesù che suscitano la domanda stupita dei contemporanei: «Chi è costui?». Ma non è dai miracoli che emerge la vera identità di Gesù, bensì dal suo cammino di obbedienza al Padre verso la croce. Nella seconda sezione (capitoli 8,30–16,20) vengono indicate le esigenze che comporta il seguire Gesù: “rinnegare se stessi”, “scegliere l’ultimo posto”, “essere il servo di tutti”, “prendere la croce”. I capitoli 15–16 contengono i racconti della passione e della risurrezione. Gesù va riconosciuto come “Cristo” e “Figlio di Dio” non nella straordinarietà dei miracoli, ma nell'umiliazione della morte sulla croce, come testimonia il centurione pagano: «Davvero costui era Figlio di Dio» (Mc 15,39). Per questo Gesù proibisce di divulgare i miracoli: l’attenzione va rivolta solo alla croce. Gesù non ha ceduto alla tentazione del messianismo trionfalistico dei suoi connazionali, ma ha scelto il messianismo umile e sofferente della croce. Marco, che è stato compagno di san Paolo (cfr. At 13,5-13) e discepolo di san Pietro (cfr. 1Pt 5,13), scrive il Vangelo tra il 65 e il 70 d.C. È lui a coniare il termine “vangelo” (in greco euanghélion: “buona [eu] notizia [anghélion]”). Per Marco la “buona notizia” è Gesù stesso.
don Primo Gironi, ssp, biblista
L'angolo del libro
Questo angolo vuol essere per i nostri lettori una semplice guida per la scelta di un libro storico e/o religioso da leggere, per periodo febbraio/marzo ci permettiamo di suggerire la lettura del seguente del seguente testo:



di Brunetto Salvarani
La crisi delle chiese cristiane è un problema solo interno alle comunità religiose? Le chiese cristiane sono in crisi soprattutto nei paesi europei. Sociologi e teologi dichiarano apertamente di una fuoriuscita del cristianesimo dalla cultura occidentale. Cosa resterà della chiesa in crisi di oggi? Il testo di Salvarani analizza varie situazioni: dal praticante permanente al praticante nomade, il rapporto con il pluralismo religioso ed una nuova visione di Gesù. Insomma la visione cristiana va ripensata, se non si vuole rischiare la scomparsa totale.
Clicca sul titolo per visualizzare la copertina
Monumenti Illustri
CASTEL DELL'OVO
Il Castrum Ovi, ovvero il Castel dell'Ovo è il più antico maniero della città di Napoli. Venne fortificato sia da Costanza d'Altavilla che da Federico II, il quale eresse Torre di Colleville, Torre di Mezzo e Torre Maestra. Fu usato sia come Reggia che come prigione di Stato. Nel 1370 fu ulteriormente fortificato dalla regina Giovanna I. Fu residenza di Alfonso V D'Aragona, dai viceré spagnoli e dai Borboni. Dal XVIII secolo non fu più sede dei reali e fu adibito ad avamposto militare. Dopo l'Unità d'Italia rimase in abbandono fino al restauro effettuato nel 1975. Oggi è visitabile ed è sede di manifestazioni, convegni e mostre di ogni genere.
Personaggi illustri
SANT'ALBERICO CRESCITELLI
Nato ad Altavilla Irpina (AV) nel 1863,  Alberico Crescitelli  a 17 anni entra nel seminario dei Santi Pietro e Paolo per le missioni estere. Nel 1887, prima di partire per la Cina, si prodiga di aiutare i suoi concittadini, vittime di una epidemia di colera. Successivamente, dopo un viaggio avventuroso, raggiunge la Cina e si stabilisce sulle rive del fiume Han. Soccorre molte persone e suscita molte vocazioni. Nel 1900 scoppia la tempesta contro gli occidentali e quindi contro i missionari. Padre Alberico viene accusato di malversazione e quindi catturato e ucciso. Viene proclamato santo nell'anno 2000.
Commemorazione della figura di Don Lorenzo Milani in occasione del centenario della nascita
Ci sono persone delle quali è obbligatorio occuparsi. Una di queste è   Don Lorenzo Milani, della sua scuola di Barbiana e del suo libro. "Lettera a una professoressa" che nel lontano 1967 ha costretto la scuola italiana a riflettere sulle sue mancanze.  Don Milani contrapponeva la formazione scolastica dei figli di operai e contadini a quella dei figli dei padroni.  I cattolici celebrano il centenario della sua nascita a partire proprio da Barbiana, una piccola e isolata parrocchia di montagna con poche case sparse nel bosco. Don Milani vi arrivò nell'autunno del 1954, lì trasferito dalla curia di Firenze. In quel luogo senza strade, acqua, luce e scuola, il giovane parroco cominciò proprio dalla scuola dove raccolse i figli dei contadini e dei pastori che erano andati poco o niente alle scuole elementari e medie.. Fu una scuola dura, a tempo pieno. Don Milani accompagnava i suoi alunni alla conoscenza e al dominio delle parole poichè: "se il padrone conosce 1000 parole e tu ne conosci solo 100 sei destinato ad essere sempre servo". Quando erano pronti i ragazzi fra 12 e  16 anni, sostenevano gli esami nella scuola pubblica e proprio la bocciatura di due di loro stimolò la "lettera" indirizzata alla professoressa che li aveva respinti. Le riflessioni acute, l'anelito alla giustizia sociale che vi si leggono sono state suggerite dallo stesso Don Milani. La stesura del libro fu ultimata al suo capezzale con i ragazzi che gli portavano i brani da discutere. A differenza di quanto si può pensare, don Milani restò sempre fedele e obbediente alla  Chiesa e non mise mai in discussione i precetti. Le sue battaglie pubbliche contenevano sempre un messaggio di rinnovamento sociale. Il priore di Barbiana morì a 44 anni nel 1967 per un linfoma che lo straziava da anni. Lasciò ai suoi ragazzi il compito di terminare la missione da lui iniziata.
Cammino Sinodale
Lo stile sinodale, come ogni altro stile, non è costituito da procedure codificate da applicare nei vari contesti comunitari o ambientali. È un insieme di cultura, di spirito, di teologico; è una disposizione comportamentale che tende a vivere e operare nello spirito del Vangelo. La fraternità battesimale, la comunione eucaristica, la collaborazione caritativa, la corresponsabilità leale e saggia ne sono i robusti capisaldi. Non esiste una formula infallibile della sinodalità, ciò che serve è il senso della Chiesa.  Le forme principali di stile sinodale per tutti sono tre: l'accoglienza, la convivialità, il dialogo. La diocesi, la parrocchia, la curia sono chiamate a praticare apertura piena della mente e del cuore.  Esse ricordano a ogni cristiano il gesto di accoglienza avvenuto all'inizio della loro vita, il gesto di accoglienza della Chiesa. Quel gesto caratterizza la loro esperienza di discepoli di Cristo e membri della Chiesa. Il cristianesimo è una religione conviviale: si pensa, si decide e si progetta tutti insieme. Il dialogo fra i cristiani deve essere rispettoso e costruttivo evitando che una opinione prevalga sulle altre. Si dovrà sempre trovare il modo di legare le varie opinioni alla luce dell'unico giudizio sul mondo che Dio ha pronunciato nella vicenda del Crocifisso.
         
Parrocchia San Nicola di Bari Torelli di Mercogliano (AV) Diocesi di Avellino C.F. 92105810649
Parrocchia San Nicola di Bari Torelli di Mercogliano (AV) Diocesi di Avellino C.F. 92105810649
Torna ai contenuti